Storia

La storia del Tiro a Segno Nazionale di Reggio Emilia

Il tiro a segno, come sport organizzato, trae origine dalle “Associazioni per il tiro al bersaglio” sorte in Piemonte a metà 800 anche grazie al grande contributo del Generale Giuseppe Garibaldi che, constatate le lacune dei propri uomini nel utilizzo del moschetto, ne riconobbe le valide funzioni propedeutiche.  Dopo l’unificazione d’Italia, nel 1882 nacquero, per legge, le “Società del Tiro a Segno Nazionale”.
Tali società di natura civile, avevano lo scopo di uniformare l’addestramento del personale militare, miliziano e civile del neonato Regno d’Italia ed, al contempo, di promuovere il tiro a segno come disciplina sportiva.
In questo contesto, nel gennaio 1884 venne istituita, tramite autorizzazione prefettizia, la Società del Tiro a Segno Nazionale (T.S.N.) di Reggio Emilia. Sei anni dopo iniziarono i lavori per la costruzione del poligono che nel settembre dell’anno successivo terminarono con l’inaugurazione dell’attuale struttura di via Paterlini.
A metà degli anni venti, il demanio Militare assorbiva l’immobile lasciando, alla Società del T.S.N., il compito di organizzare e gestire le attività sportive ed istituzionali svolte all’interno del poligono.

Durante il secondo conflitto mondiale, il poligono divenne tristemente famoso per l’impiego degli impianti i tiro da parte delle truppe nazi-fasciste per la fucilazione dei 7 fratelli Cervi avvenuta il 28 dicembre 1943 e la successiva esecuzione di Don Pasquino Borghi assieme ad altri 9 partigiani.
Dopo la Liberazione, il poligono venne utilizzato per eseguire anche alcune sentenze emesse della Commissione Provinciale di Giustizia, che nell’ottobre del ’45, condannò a morte mediante fucilazione alcuni fascisti.
Ancor oggi, infatti, sul muro perimetrale della struttura si possono osservare i tristi segni lasciati dai proiettili di alcune esecuzioni, nonché la lapide commemorativa di quei tragici eventi.

La scelta della zona ove edificare il poligono fu dettata dall’allora scarsa appetibilità del terreno in cui sorge, infatti, la natura paludosa dell’area unita alla vicinanza di impianti industriali come la “fornace” e le confinanti infrastrutture ferroviarie, rendevano la zona poco vocata all’edilizia civile.

2018-03-13_09-47-40_200942
5J3A6919

Attualmente all’interno del nostro impianto, si esercitano funzioni istituzionali ed attività sportive.

Nell’ambito istituzionale, in virtù dei compiti assegnati anche dal R.D.L. datato 16 dicembre 1935 n. 2430, il T.S.N. ha assunto la natura giuridica di ente pubblico a cui è assegnata la funzione di accertare e certificare l’idoneità al maneggio delle armi ed addestrare anche il personale armato di Enti pubblici, Polizie Locali e Municipali, operatori di sicurezza degli istituti di vigilanza ed i civili che richiedano il citato certificato, necessario per il successivo rilascio delle licenze di porto d’armi.

Per tanto, il T.S.N. di Reggio Emilia, fin dal 1891, pur essendo visto come un “chiassoso” impianto sportivo, si rende parte attiva nell’addestramento degli agenti di P.S. divenendo, quindi, un’importante luogo di lavoro ove i soggetti deputati a garantire la sicurezza dei cittadini reggiani vengono addestrati all’utilizzo delle armi da fuoco.

In virtù della funzione pubblica esercitata, la sicurezza della struttura di via Paterlini è periodicamente certificata dal Genio Militare e le attività ivi svolte sono autorizzate da protocolli d’intesa con i Ministeri vigilanti dell’Interno e della Difesa. Oltre alle attività istituzionali, tra i soci del T.S.N. è fortemente radicata la cultura sportiva legata alle discipline (olimpiche e non) esercitate con armi da sparo.

A tal proposito, la sezione di Reggio ha sempre lavorato per educare ed avviare i tiratori allo sport, distinguendosi in ambito regionale, nazionale, europeo e mondiale per l’elevata qualità sportiva e morale dei propri atleti.

Tra le fila dei nostri tiratori abbiamo avuto il piacere e l’onore di annoverare Campioni internazionali come Renato Zambon, Giulio Mussini, Massimo Croci, Matteo Cagossi ed il giovane Fabio Ferroni, il quale, oltre a conquistare diversi allori Nazionali di categoria, è stato insignito del prestigioso premio O.N.U. per essersi distinto come miglior atleta mondiale per Fair Play.